La terna di colori RGB (acronimo di Red = rosso, Green = verde, Blue = blu) è detta terna additiva: dalla somma o sovrapposizione dei tre colori risulta infatti il colore bianco, mentre dalla loro assenza ha origine il nero. Al contrario, la terna CMY (acronimo di Ciano, Magenta, Yellow = giallo), composta dai complementari dei colori RGB, è detta terna sottrattiva: la somma dei tre colori genera il nero, mentre l’assenza produce il bianco.
Due colori si dicono complementari quando sommati (o sovrapposti) danno un risultato acromatico: cioè bianco o variazioni di grigio. I colori CMY sono complementari di quelli RGB poiché sono ottenuti sommando due a due tale terna: Giallo = Verde + Rosso, Magenta = Rosso + Blu, Ciano = Verde + Blu.
Il famoso “cerchio” dello scienziato e poeta J. Wolfgang von Goethe, colui che ha scritto il saggio La teoria dei colori, riassume il legame che esiste tra le due terne complementari RGB e CMY.
Usare in stampa e in pittura la terna CMY (ciano, magenta, giallo) al posto di quella RGB (rosso, verde, blu), utilizzata invece negli schermi del computer, è solo una questione di praticità: il bianco, ovvero il colore prevalente in stampa e pittura (essendo bianco lo sfondo del foglio) è ottenuto in questo caso con l’assenza di colore (e di conseguenza attraverso zero spreco di inchiostro). Per ottenerlo con la terna RGB (dove il bianco corrisponde alla somma dei tre colori) verrebbero sprecate tutte e tre le cartucce assieme.
Alla terna CMY in stampa si aggiunge il nero (K) per un’altra ragione pratica: sarebbe oneroso senza di esso (sempre a livello di inchiostro) ottenere effetti di chiaro-scuro, tonalità e saturazione, nonché lo stesso colore nero (non a caso la nostra stampante, quando la cartuccia nera si esaurisce, ci avvisa di sostiuirla o di mischiare le altre tre).
La lettera “K” della serie “CMYK” deriva dalla dicitura “Key black”, nome che ha origine dal sistema di stampa di tipo CTP (Computer To Plate: ogni sistema di stampa che utilizza la quadricromia CMYK). La maggior parte della gente è erroneamente portata a pensare che non potendo utilizzare la prima lettera “B” di “black” per indicare il colore nero (per non confonderlo con la lettera “B” di “Blue”, già utilizzata per esprimere la terna RGB), si sia scelto di ricorrere all’ultima lettera del nome, cioè la “K”. Ma non è così.
Nelle arti figurative, come la pittura, esiste anche un’altra ragione per preferire la terna CMY: è comodo infatti partire da essa poiché contiene in partenza il giallo. Ottenerlo sia con la sintesi additiva sia con quella sottrattiva dei pigmenti è un procedimento non sempre possibile, dato che per questo particolare colore entra in gioco anche il fattore luminosità: rosso + verde può dare il giallo, ma se la superficie è poco riflettente l’occhio dell’osservatore può percepire al suo posto un effetto di “marrone”.
Il daltonismo è una patologia che deriva dal nome del chimico inglese John Dalton (1766-1844), che circa due secoli fa si rese conto di non riuscire a distinguere alcune sostanze di laboratorio in base alla loro colorazione, mentre ai suoi collaboratori il problema non si verificava: trovava difficoltà a distinguere in particolare una sostanza verde da una rossa (questa, che è la forma più comune di daltonismo, colpisce circa l’8% degli uomini e lo 0,4% delle donne).
La causa è presto spiegata e dimostrata grazie alla teoria di Young: le persone affette da queste patologie mancano di uno dei 3 coni fotorecettori dell’occhio, quello sensibile al rosso (protanopia: dal greco protos = primo, a = senza, opia = visione) o quello sensibile al verde (deuteranopia: dal greco deuter = secondo), il secondo caso molto più frequente. In entrambe le situazioni, colori rossi e verdi mandano al cervello triplette identiche, ed esso non riesce a distinguerli. E’ molto raro, ma può verificarsi anche la tritanopia: patologia derivata dalla mancanza del cono sensibile al blu. Ancora più raro è il caso in cui manchino due tipi di coni contemporaneamente: sembra incredibile, ma ci sono circa 3 persone su 1000 che essendo affette da questa mancanza vedono il mondo quasi in bianco e nero!
Le forme più comuni di daltonismo tuttavia sono quelle che prevedono la presenza di tutti e 3 i tipi di coni, ma uno di questi possiede dei difetti (di solito quello sensibile al verde). Attraverso uno strumento chiamato anomaloscopio è possibile scoprire se abbiamo qualche difetto visivo di tipo daltonico.
Perché i semafori sono proprio verdi e rossi se alcune persone hanno difficoltà a distinguere questi due colori? Non c’è un motivo, si tratta proprio di una scelta infelice: per sopperire a questa convenzione, spesso si costruisce il faro rosso più grande e si pone sempre nella parte alta dello strumento.
Questo blog è curato e aggiornato per pura passione e amore degli argomenti. Se tuttavia ritieni che per te sia stato di qualche valore, puoi mettermi 5 stelline su Google, o valutare di assumermi per realizzare il tuo nuovo e fantastico sito web, oppure offrirmi una birra, un caffè o una Ferrari.
Basta cliccare qui sotto ↓
Contattami o iscriviti alla mia (pazzesca) newsletter
© 2023 Mattia Frigeri
Ricordami di aggiornare l’anno il primo di gennaio ;)
Privacy Policy – Cookie Policy – Aggiorna preferenze
P.I. 02542140344 – C.F. frgmtt81a24g337z