“Manuale di sopravvivenza per UX Designer”, di Matteo di Pascale

Un manuale cartaceo per imparare la UX può sembrare un controsenso, e un po’ anacronistico: con tutte le risorse online, su YouTube, Spotify, nei corsi in presenza e non, gratuiti e non, mi sono chiesto anch’io il perché.

E mi sono risposto così:

  • Perché volevo qualcosa di solido da trastullare, come ai vecchi tempi, quando leggevo Hemingway e Salinger;
  • Perché le cornee mi sanguinano, da tanto sto sullo schermo;
  • Perché mi piace tenere libri e trofei in bella vista, così la gente pensa che sono forte e intelligente;
  • Perché non l’ho pagato io, ma l’azienda per cui lavoravo. Grazie, azienda per cui lavoravo;
  • Perché la UX, rullo di tamburi, mica per forza è una questione digitale;
Manuale di sopravvivenza per UX Designer
Ma che carina la copertina, rossa e bianca e col robottino di Android

Detto questo, ora ti parlo del libro.

È un buon libro (d’altronde, se lo consiglio), l’autore ha una tonnellata di competenza e il suo cv parla chiaro. L’approccio colloquiale, quasi da fratellone, e i bei esempi concreti sono di grande valore, ho apprezzato anche i fumetti e le illustrazioni sparse qua e là che fanno a volte ridere e a volte no, diciamo fanno sorridere, e alleggeriscono l’argomento.

Ciò che ho apprezzato di più:

  • Che è strutturato come un workshop, con capitoli via via più complessi e immersivi;
  • Che esprime molto bene (e dimostra) la differenza tra “teoria” della UX e “pratica” di ogni giorno, dove non tutto è limpido e si può affrontare manuale alla mano;
  • Il suo linguaggio chiaro, pochi fronzoli e giri di parole;
  • Ha un buon profumo;

Ciò che ho apprezzato meno:

  • È troppo corto, volevo altri esempi di casi reali. Ma ahimè, anche i sogni finiscono al mattino;
  • Come ogni libro, si data facilmente. Già da qui al 2019 (anno dell’ultima pubblicazione) le cose sono cambiate parecchio;

Concludendo, se per un professionista questo libricino potrà valere come piacevole ripasso, per chi è alle prime armi lo consiglio a cuore a aperto. E poi in mezzo agli altri libri ci sta bene, un po’ come tutti quelli della Hoepli.